| 192721 | |
| IDG910904898 | |
| 91.09.04898 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Spangher Giorgio
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| Brevi considerazioni sul potere di diffida degli ispettori del lavoro
(art. 9 d.p.r. 520/1955)
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| Nota a Cass. sez. III pen. 9 aprile 1990
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| Cass. pen., an. 31 (1991), fasc. 1, pt. 1, pag. 136-140
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D541; D6001; D7071; D7773
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| Secondo la pronuncia in commento la diffida riconosciuta agli
ispettori del lavoro dall' art. 9 d.p.r. 520/1955 "rappresenta un
ostacolo al promovimento dell' azione, nel senso che il diritto
punitivo dello Stato rimane sospeso fino alla scadenza del termine e
riprende il suo normale decorso nel caso di inosservanza della
medesima". Ci si trova in presenza, cioe', di una condizione di
validita' del processo: conseguentemente, da un lato il P.M. deve
astenersi dall' agire sia durante la pendenza del termine, sia nel
caso di ottemperanza della diffida nei suddetti termini temporali;
dall' altro, il giudice deve in ogni istante pronunciare una
"absolutio ab observantiam iudicii". Esame della sentenza alla luce
della precedente giurisprudenza della Corte Costituzionale, con la
quale si trova in linea la Cassazione, e per quanto riguarda l'
incidenza del nuovo codice di procedura penale su questa impostazione
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| art. 9 d.p.r. 19 marzo 1955, n. 520
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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