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192726
IDG910904903
91.09.04903 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Bevere Antonio
Sull' applicazione della misura cautelare nel caso di arresto in flagranza seguito dal giudizio direttissimo
Osservazione a Cass. sez. I pen. 2 marzo 1990
Cass. pen., an. 31 (1991), fasc. 1, pt. 2, pag. 19-20
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D61104; D625
Nel giudizio direttissimo dinanzi al giudice collegiale e a quello monocratico la legge tace, afferma l' A., circa i tempi in cui il giudice del dibattimento adotta eventuali provvedimenti coercitivi, determinando il seguente quesito interpretativo: se il principio secondo cui la convalida non ha autonoma efficacia costitutiva di custodia cautelare e' di portata generale o vale solo nel giudizio di convalida dinanzi al GIP. Secondo la sentenza annotata la convalida dell' arresto e' titolo di carcerazione "provvisoria" a cui puo' sostituirsi la speciale misura cautelare, la cui adozione, secondo i canoni generali di cui agli artt. 273, 274 e 275 c.p.p., "slitta" all' esito del dibattimento. L' A. illustra i motivi di perplessita' che suscita tale tesi.
art. 273 c.p.p. art. 274 c.p.p. art. 275 c.p.p. art. 391 c.p.p. art. 449 c.p.p.
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