| 194306 | |
| IDG920900362 | |
| 92.09.00362 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Pagliaro Antonio
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| La legge penale tra irretroattivita' e retroattivita'
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| Giust. pen., s. 7, an. 96 (1991), fasc. 1, pt. 2, pag. 1-8
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D5111; D50000; D5001; D51110; D51113
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| La l. 86/1990, "Modifiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali
contro la pubblica amministrazione", oltre a ristrutturare i piu'
importanti delitti in materia, contiene l' esplicita abrogazione
degli artt. 315 e 324 c.p., che prevedevano il delitto di
malversazione e quello di interesse privato in atti d' ufficio. E'
sorto, cosi', il dubbio se i fatti commessi prima dell' entrata in
vigore della l. 86/1990 e costituenti reato a norma delle leggi
allora vigenti, possano ancora esser puniti in forza della nuova
legge, sebbene per quest' ultima sia diversa la struttura del reato
e, in particolare, il dubbio si rafforza per i fatti di malversazione
e di interesse privato, essendo stati abrogati gli articoli del
codice che prevedevano questi reati. L' A. affronta la questione
sotto il profilo della teoria della norma penale relativamente al
rapporto che intercorre tra irretroattivita' della legge penale
incriminatrice (art. 25 comma 2 Cost.; art. 2 comma 1 c.p.),
retroattivita' della legge che introduce una liceita' penale (art. 2
comma 2 c.p.) e retroattivita' della legge penale incriminatrice piu'
favorevole al reo (art. 2 comma 3 c.p.).
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| art. 25 comma 2 Cost.
l. 26 aprile 1990, n. 86
art. 2 c.p.
art. 315 c.p.
art. 324 c.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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