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195658
IDG920801714
92.08.01714 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Anzon Adele
"Cattivo esercizio" delle attribuzioni: effettiva invasivita' o mera illegittimita' dell' atto?
Osservazione a C. Cost. 13 maggio 1991, n. 204
Giur. cost., an. 36 (1991), fasc. 3, pag. 1860-1867
D120; D032; D011; D01123
La nota si sofferma innanzi tutto ad approfondire le ragioni per le quali la carenza di adeguato supporto legislativo dell' atto amministrativo impugnato si possa tradurre non in una mera illegittimita' dell' atto medesimo -inidonea a radicare il conflitto di attribuzioni tra Stato e Regioni- ma in quella effettiva "invasione" delle competenze di queste ultime indispensabile per l' ammissibilita' del conflitto medesimo (anche nella forma del conflitto per "cattivo esercizio" e non per usurpazione delle attribuzioni). La tesi di fondo dell' A. -limitata alla considerazione degli atti dello Stato interferenti nelle attivita' regionali, sia per ragioni di indirizzo e coordinamento, sia con altri presupposti e scopi- e' che cio' sia possibile soltanto ove si abbia riguardo (non tanto alla loro intrusione nell' attivita' amministrativa ma) alla loro inevitabile efficacia vincolante anche nei confronti delle potesta' legislative di Regioni e Province, con conseguente indebita menomazione di tali potesta' -in modi diversi a seconda dei casi- ad opera di atti non legislativi. Si precisa poi anche che la violazione, da parte dell' atto amministrativo, delle riserve di legge in tanto puo' ritenersi "invasiva" della sfera altrui e costituire percio' un vizio deducibil e in sede di conflitto, in quanto si tratti di riserve disposte a garanzia delle autonomie regionali e non di altri interessi (per esempio diritti individuali) estranei ai rapporti Stato-Regioni.
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