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195836
IDG921201892
92.12.01892 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Cassese Sabino
Stato e finanza privata
Riv. trim. dir. pubbl., (1991), fasc. 4, pag. 1088-1101
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
D181; D31
Questo studio e' volto a individuare le linee di sviluppo della disciplina pubblica della finanza privata, a metterne in luce i problemi attuali, i progressi in corso e i punti critici che ne sono derivati o possono derivarne. Da ultimo, si indicano alcuni problemi connessi con i provvedimenti, di ordine normativo, da adottare. Fra i principali problemi emersi riguardo alla disciplina pubblica della finanza privata, vanno sottolineati i cambiamenti nei confini settoriali (a causa dello sviluppo del settore finanziario non creditizio) e territoriale (per via dell' affermazione, nelle piu' recenti norme adottate dalla Comunita' Europea, del principio del mutuo riconoscimento delle legislazioni nazionali e del controllo del Paese di origine). Sul piano dei cambiamenti dei rapporti della contrapposizioni fra moduli di diritto pubblico e moduli di diritto privato (nel campo del pubblico impiego, della contabilita', ma anche delle imprese pubbliche). Ad essa se ne affiancano altre, di piu' difficile individuazione: la recessione dell' area pubblica, ad opera delle c.d. privatizzazioni; la moltiplicazione dei tipi societari. Anche i rapporti fra Stato e finanza sono mutati: da un lato, sul piano interno, l' impresa creditizia ha assunto uno statuto speciale; inoltre si sono affermati e rafforzati, specie ad opera della Magistratura, nuovi interessi pubblici: la concorrenza e la c.d. trasparenza. Dall' altro sul piano comunitario, e' sempre piu' garantita la liberta' di circolazione, anche grazie all' applicazione del principio del mutuo riconoscimento. Da questo quadro emergono alcuni punti critici di grande importanza. Innanzitutto, per il gruppo finanziario (o polifunzionale) vi e' il rischio della politicita'. In secondo luogo, l' adozione di disposizioni comuni a tutti gli intermediari finanziari puo' limitare la vigilanza sull' attivita' creditizia. In terzo luogo, occorre ridefinire i poteri dell' organo di controllo. Le nuove prospettive sollevano, infine, problemi di tecnica normativa. I principali sono i seguenti: la scelta del piu' opportuno rango delle norme e, di conseguenza, il ruolo da accordare alla normativa primaria; la redazione di un testo unico; lo sviluppo di tecniche del tipo "regulatory body"; l' istituzione di un centro strategico che segua tutti i passaggi della normativa in corso di preparazione.
Centro diretto da E. D'Elia - IDG Firenze



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