| Dopo una lunga incubazione in sede parlamentare, preceduta dalla
nomina di una Commissione parlamentare di indagine sulle limitazioni
alla concorrenza in campo economico, sono entrate in vigore, con la
pubblicazione della l. 287/1990, le "norme per la tutela della
concorrenza e del mercato", di ispirazione comunitaria, raccordate
con la normativa CEE. L' introduzione nell' ordinamento italiano di
una normativa antitrust, e la conseguente disciplina giuridica di
comportamenti economici ha costituito una importante innovazione. Il
legislatore ha ripreso l' impianto e gli schemi della legislazione
comunitaria in materia di tutela della concorrenza operante da anni a
livello europeo; in particolare la struttura e' stata articolate
intorno agli stessi "concetti chiave": divieto di abuso di posizione
dominante, divieto di pratiche concordate tra imprenditori
concorrenti volte a limitare la libera competizione sul mercato,
controllo delle operazioni di concentrazione tra imprese che superino
determinati livelli di fatturato. Particolare attenzione e' dedicata
a due temi: il complesso rapporto tra norma nazionale e comunitaria,
reso intricato dalla non felice formulazione dell' ambito di
applicazione della legge italiana; il criterio innovatore
segnatamente europeista che dispone l' interpretazione della l. 287
cit. sulla base dei principi del diritto comunitario. L' articolo
sviluppa una documentata introduzione alle tematiche antitrust e
fornisce un quadro generale delle questioni di maggior rilievo, anche
con riferimenti alla giurisprudenza in effetti determinante della
Corte di Giustizia delle Comunita' Europee. L' esposizione e'
corredata da una attenta bibliografia, con particolare riguardo alla
dottrina piu' accreditata, maturata soprattutto negli ambienti
comunitari, pressoche' sconosciuta in Italia.
| |