| L' esigenza di dare significato a una realta' complessa, il piu'
delle volte poco conosciuta, e amplificata dai messaggi dei media,
quale quella della violenza giovanile, ha spesso determinato
semplicistiche omologazioni di situazioni, comportamenti, attori
sociali con caratteristiche assai diversificate, non riconducibili
entro definizioni unitarie. I recenti approcci
interazionista-sistemico, etogenico e costruzionista hanno
contribuito all' elaborazione di nuovi paradigmi di
analisi-spiegazione dei fatti sociali, evidenziando gli aspetti
interattivi, processuali e di significato che li organizzano e li
definiscono anche in termini di controllo informale e istituzionale.
Obiettivo di questo articolo e' fornire un' ipotesi di lettura della
violenza giovanile, sia in termini clinici che sociologici. Il metodo
proposto rinvia all' analisi dell' azione, intesa come messaggio
comunicativo che lega l' attore ai suoi contesti di appartenenza e
agli ambiti culturali e normativi di riferimento.
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