| 197593 | |
| IDG920903649 | |
| 92.09.03649 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Krogh Massimo
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| Art. 425 c.p.p.: sulla nozione di "evidenza"
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| Nota a Trib. Roma Ufficio del GIP 14 febbraio 1991
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| Riv. it. dir. proc. pen., an. 35 (1992), fasc. 1, pag. 350-352
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D68; D6156
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| L' art. 425 c.p.p. viene interpretato dall' indirizzo
giurisprudenziale dominante nel senso che il giudice dell' udienza
preliminare, "prima di disporre il rinvio a giudizio, deve limitarsi
a verificare se l' ufficio del P.M. abbia errato macroscopicamente
nel richiedere il giudizio ovvero se l' imputato sia riuscito a
dimostrare in modo lampante la propria innocenza o non
perseguibilita'". La pronuncia in nota reagisce a questo indirizzo
interpretativo accogliendo l' impostazione dottrinale secondo la
quale al giudice dell' udienza preliminare deve riconoscersi
"quantomeno il medesimo arco di valutazioni attribuito al P.M.": nel
richiedere il giudizio di archiviazione dovra' percio' fare
riferimento "alla fondatezza o meno della prospettiva di accoglimento
della tesi accusatoria da parte del giudice del dibattimento". L' A.
analizza criticamente la soluzione adottata dalla pronuncia in
epigrafe e ritiene opportuno un correttivo normativo che modifichi l'
art. 425 c.p.p.
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| art. 129 c.p.p.
art. 425 c.p.p.
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