| 197595 | |
| IDG920903651 | |
| 92.09.03651 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ciappi Manuele
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| Sul passaggio di competenza dal Pretore al Tribunale
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| Nota a Pret. Prato 18 giugno 1990
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| Riv. it. dir. proc. pen., an. 35 (1992), fasc. 1, pag. 372-384
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D60210
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| L' art. 19 l. 86/1990 ha spostato la competenza in ordine al reato di
cui all' art. 328 c.p. dalla Pretura al Tribunale, senza nulla
disporre per i procedimenti pendenti. Il Pretore di Prato ha inteso
risolvere la questione applicando il principio "tempus regit actum":
ha immediatamente applicato, cioe', la nuova norma al processo in
corso, con conseguente declaratoria della sopravvenuta incompetenza
per materia. Tuttavia il giudice, per far si' che il procedimento,
anziche' trasferirsi di fronte all' organo giudicante competente per
materia, regredisse di fronte al P.M., ha disapplicato l' art. 23
comma 1 c.p.p, ricorrendo, in via analogica, all' art. 22 comma 3
c.p.p. L' A. critica questa soluzione e, in particolare, solleva
dubbi riguardo all' applicabilita' del principio "tempus regit actum"
all' ipotesi specifica. Svolge quindi una serie di considerazioni che
lo portano alla conclusione che il Pretore "meglio avrebbe operato
se, applicando il principio della perpetuatio iurisdictionis ed
optando per la soluzione della ultrattivita' della regola sulla
competenza cessante, avesse ritenuto la propria competenza a
proseguire il processo gia' instaurato".
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| art. 3 Cost.
art. 24 comma 2 c.p.p.
art. 25 comma 1 Cost.
art. 19 l. 26 aprile 1990, n. 86
art. 6 c.p.p.
art. 22 c.p.p.
art. 23 comma 1 c.p.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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