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197746
IDG920403802
92.04.03802 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Perico Giacomo
Neonati "anencefalici" e trapianto di organi
Aggiorn. soc., an. 43 (1992), fasc. 7-8, pag. 509-518
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D300080; F31
Il recente "caso Valentina" ha riproposto il problema se i neonati anencefalici parziali (privi cioe' di gran parte dell' encefalo e destinati percio' a una brevissima sopravvivenza) siano da considerare morti e se ne possano quindi utilizzare gli organi a fini di trapianto. Condizione essenziale per la liceita' dell' espianto, secondo l' ordinamento giuridico italiano, e' l' accertamento della "morte totale" del donatore che implica, tra altri criteri, la cessazione irreversibile delle funzioni dell' encefalo. Contro chi ritiene sufficiente la cessazione delle funzioni cerebrali superiori, si sostiene, sulla base di sicure acquisizioni scientifiche fatte proprie da un recente disegno di legge e dal comitato nazionale per la Bioetica, che la morte e' accertata solo con la cessazione della funzione dell' intero encefalo. Pertanto il neonato anencefalico parziale, in cui la presenza del tronco cerebrale con i suoi residui riflessi consente alcune funzioni vitali, e' un essere umano vivente, i cui organi non e' ne' giuridicamente ne' moralmente lecito espiantare.
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



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