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197830
IDG920603886
92.06.03886 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Quattrini Alessandra
Il procedimento di delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullita' del matrimonio: diritto di agire e resistere in giudizio e la tutela del principio dell' ordine pubblico
Nota a Cass. sez. I civ. 27 novembre 1991, n. 12671
Giust. civ., an. 42 (1992), fasc. 4, pt. 1, pag. 962-965
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D445; D94614; D94615; D9464
Contro la pronuncia delibativa di sentenza dichiarativa di nullita' di un matrimonio concordatario emessa dal Tribunale ecclesiastico veniva proposto ricorso sulla base dei seguenti motivi di annullamento: violazione dell' art. 797 nn. 2 e 3 c.p.c. in sostanza perche' nel processo ecclesiastico sarebbe stato violato a suo danno il principio di difesa; violazione dell' art. 797 n. 7 c.p.c. in relazione all' art. 360 nn. 3, 4 e 5 c.p.c., per essere stata la sentenza ecclesiastica delibata ancorche' contraria a norme imperative di ordine pubblico interno, in quanto la disciplina civilistica italiana e' nel senso della legittimita' del matrimonio tra cugini e procugini. Esaminato il procedimento per l' esecuzione civile delle sentenze ecclesiastiche di nullita' del matrimonio a seguito della modifica introdotta dall' Accordo Italia-Santa Sede del 1984, nonche' alla luce dei contributi della Corte Costituzionale all' identificazione del principio dell' ordine pubblico come limite alla delibazione, l' A. concorda con le motivazioni della Cassazione, che ha confermato la sentenza della Corte d' Appello.
art. 17 l. 23 maggio 1929, n. 8457 l. 25 marzo 1985, n. 121 art. 797 c.p.c.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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