| L' ingegneria genetica pone inquietanti interrogativi sul futuro
esistenziale dell' uomo sollecitando la continua attenzione dei
filosofi e dei moralisti; sorprende, per contro, il silenzio della
legge pure pronta, invece, a garantirsi contro il rischio di
sviamenti nella natura infra-umana. L' attesa, allora, di una regola,
auspicabilmente non rimessa alla semplice deontologia, si consuma nel
contrapposto e paralizzante dilemma tra il principio soggettivo della
libera scelta personale ed il rispetto di un ordine oggettivo
naturale, entrambi, peraltro, viziati da un pregiudizio tautologico e
dalla disattenzione alla realta' effettuale. In questo contesto l'
intervento del legislatore deve guardarsi dai massimalismi giuridici
indotti dai condizionamenti ideologici e considerare, invece, la
dimensione "sociale" dei conflitti legati alla lotta contro la
sterilita'; si tratta, da un canto, di disciplinare la condotta delle
istituzioni coinvolte nelle sfide biogenetiche, e, d' altro canto, di
ripensare nell' ambito della famiglia la tradizionale rilevanza
biologica dei ruoli parentali, criticando, comunque, la
criminalizzazione di metodiche (di fertilizzazione) in grado di
rendersi socialmente invisibili.
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