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198353
IDG920904409
92.09.04409 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Alibrandi Alfonso
A proposito di una discussa ipotesi di "abolitio criminis"
Nota a Cass. sez. VI pen. 30 maggio 1991, n. 6008
Riv. pen., an. 118 (1992), fasc. 1, pag. 47-49
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D51113
La sentenza offre lo spunto all' A. per svolgere alcune notazioni sul delitto di interesse privato in atti d' ufficio di cui all' art. 324 c.p. dopo l' entrata in vigore della l. 86/1990. La giurisprudenza, il cui punto di riferimento e' la sentenza 20 giugno 1990 delle sezioni unite penali della Cassazione, ritiene che il delitto di interesse privato in atti di ufficio sia stato riformulato dal legislatore del 1986 in modo da essere ricompreso nella piu' ampia struttura dell' abuso innominato d' ufficio. La sentenza annotata sostanzialmente si adegua a questa pronuncia della Cassazione. La dottrina, invece, critica quest' impostazione, ritenendo che gli artt. 13 e 20 l. 86/1990 abbiano disposto l' abolizione del reato in questione.
art. 13 l. 26 aprile 1990, n. 86 art. 20 l. 26 aprile 1990, n. 86 art. 323 c.p. art. 324 c.p.
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