| 198615 | |
| IDG921504671 | |
| 92.15.04671 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Caso R.
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| Osservazione a Cass. sez. I civ. 9 giugno 1990, n. 5638
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| Foro it., an. 117 (1992), fasc. 5, pt. 1, pag. 1540-1543
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D31400
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| Con la sentenza in epigrafe la Suprema Corte mette a fuoco gli
adempimenti per l' esercizio dell' azione causale da parte del
portatore di una cambiale tratta, con particolare riguardo agli
effetti della prescrizione dell' azione cartolare sull' esperibilita'
dell' azione ex causa. La Corte ha inteso riferirsi al caso specifico
della cambiale tratta non accettata, ma il principio, secondo le
stesse affermazioni della Corte, si applica anche all' assegno
bancario protestato per mancanza di fondi. Secondo la Corte il
portatore della cambiale che voglia esperire l' azione causale contro
il proprio girante e' tenuto esclusivamente agli adempimenti
risultanti dal coordinamento dell' art. 66 commi 2 e 3 r.d.
1669/1933, c.d. legge cambiaria, con gli artt. 51 e 52 della stessa
legge, ovvero la tempestiva levata del protesto ed il deposito della
cambiale tratta non accettata nella cancelleria del giudice
competente. Esame della sentenza in relazione al precedente
orientamento della Corte.
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| art. 51 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669
art. 52 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669
art. 66 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669
art. 94 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669
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