| 198678 | |
| IDG921504734 | |
| 92.15.04734 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Abriani Nicolo'
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| Cessione di credito ammesso al passivo fallimentare ed obbligo di
insinuazione tardiva
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| Nota a Cass. sez. I civ. 9 dicembre 1991, n. 13221
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| Giur. it., an. 144 (1992), fasc. 5, pt. 1A, pag. 821-825
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D30540; D31331; D31362
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| Cosi' l' A. ricostruisce la vicenda processuale oggetto della
pronuncia in esame: una societa', cessionaria di un credito gia'
ammesso al passivo del fallimento di altra societa', provvedeva a
notificare alla curatela l' avvenuta cessione ex art. 1264 c.c. La
notificazione non era pero' ritenuta dal curatore titolo sufficiente
per concorrere al riparto dell' attivo, dovendosi a tal fine
procedersi ad insinuazione tardiva. In seguito a reclamo da parte
della societa' cessionaria, la tesi della curatela trovava conferma
nei provvedimenti emessi, rispettivamente, ex artt. 36 e 26 l. fall.
dal giudice delegato e dal Tribunale, di cui l' A. riporta i passaggi
piu' importanti. La societa' cessionaria proponeva ricorso per
cassazione ai sensi dell' art. 111 Cost. Il principio interpretativo
delineato dai giudici di merito viene avallato dalla decisione in
epigrafe. Questa soluzione, sostiene l' A., solleva non lievi
perplessita'.
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| art. 52 comma 2 l. fall.
art. 95 l. fall.
art. 101 l. fall.
art. 1264 c.c.
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