| 199629 | |
| IDG920905685 | |
| 92.09.05685 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ravagnan Luigi
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| Sulla disciplina transitoria della revisione
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| Indice pen., an. 26 (1992), fasc. 2, pag. 421-423
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| D68; D6364
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| La Corte Costituzionale, con sentenza n. 311/1991, ha dichiarato non
fondata la questione di legittimita' dell' art. 566 comma 2 c.p.p.
1930, nella parte in cui impone al giudice della revisione la
conferma della sentenza di condanna anche quando i nuovi elementi
posti a fondamento dell' istanza di revisione, valutati insieme a
quelli raccolti nel processo originario, realizzino una situazione
probatoria d' incertezza non sufficiente per una condanna. Secondo la
pronuncia della Corte, in forza dell' art. 254 disp. att. c.p.p.
anche nei procedimenti che proseguono secondo il vecchio rito si
applica l' art. 530 c.p.p. 1988 quanto ai criteri di proscioglimento
purche' l' inizio del giudizio rescissorio, ossia l' emissione del
decreto di citazione, sia avvenuto anteriormente al 24 ottobre 1989.
L' A., pur ritenendo corretta l' applicazione del criterio di
giudizio stabilito dall' art. 530 c.p.p. 1988 nel caso di specie,
afferma pero' l' applicabilita' ex art. 254 disp. att. c.p.p. dei
nuovi criteri di giudizio relativi alle formule di proscioglimento a
tutti i procedimenti che proseguono secondo il precedente rito
processuale.
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| art. 479 comma 3 c.p.p. 1930
art. 566 comma 2 c.p.p. 1930
art. 530 c.p.p.
art. 254 disp. att. c.p.p.
C. Cost. 5 luglio 1991, n. 311
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