| 200662 | |
| IDG930900309 | |
| 93.09.00309 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Scella Andrea
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| I residuali poteri di iniziativa probatoria del giudice dibattimental
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| Nota a Cass. sez. II pen. 10 ottobre 1991
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| Riv. it. dir. proc. pen., an. 35 (1992), fasc. 3, pag. 1210-1216
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D6215; D68
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| L' A. riassume i termini del contrasto giurisprudenziale relativo
all' ambito di applicazione dell' art. 507 c.p.p., di grande
importanza per una corretta impostazione del rapporto tra iniziativa
delle parti e accertamento giudiziale. Con la sentenza annotata, la
Cassazione afferma il principio per cui l' art. 507 cit. attribuisce
al giudice il potere-dovere di ammettere ex officio qualsiasi mezzo
di prova risulti assolutamente necessario al fine di accertare la
verita', non rilevando il fatto che tale prova sia stata oggetto in
precedenza di un' istanza di parte dichiarata inammissibile. L' A.
ripercorre l' iter logico seguito nella motivazione e solleva
critiche alle conclusioni raggiunte dalla Corte.
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| art. 468 c.p.p.
art. 507 c.p.p.
art. 523 c.p.p.
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