| Il contagio infettivo da emotrasfusioni e emoderivati rappresenta,
allo stato, uno dei maggiori problemi di queste particolari misure
terapeutiche, non solo sotto il profilo logistico e assistenziale,
per la correlata necessita' di affinamento e di capillare diffusione
dei tests atti a rivelare la presenza degli agenti infettivi e delle
misure idonee ad eliminarli, ma anche sotto il profilo medico-legale,
per le connesse implicazioni di responsabilita' ai vari livelli della
loro catena organizzativa, dall' approvvigionamento alla
distribuzione, nonche' sotto il profilo delle garanzie sociali che le
conseguenti malattie iatrogene chiamano all' attuazione. Con la
progressiva estensione dell' HIV fuori dalle classiche "categorie a
rischio", il problema si sta facendo sempre piu' drammatico sul piano
sociale, poiche' aumenta, corrispettivamente, la possibilita' che
anche sangue "autoctono" accuratamente controllato, ma prelevato in
"fase finestra" sia infetto, come si e' gia' verificato in alcuni
casi segnalati dalle cronache. Si discutono dunque le implicazioni di
responsabilita' ai diversi livelli della catena distributiva del
sangue e derivati e infine, dopo una rassegna delle misure
solidaristiche adottate in altri Paesi europei, viene commentata, nei
suoi aspetti di interesse medico-legale, la recente l. 210/1992, che
ha istituito un sistema indennitario ad hoc in favore dei soggetti
danneggiati da complicanze di vaccinazioni obbligatorie,
emotrasfusioni ed emoderivati.
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