| 200691 | |
| IDG931500338 | |
| 93.15.00338 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Bellantuono G.
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| Osservazione a C. Cost. 30 maggio 1991, n. 233
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| Foro it., an. 117 (1992), fasc. 9, pt. 1, pag. 2345-2347
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D9118
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| Secondo la sentenza annotata, pur dopo la scadenza del trentennio
dalla data dell' assegnazione, i terreni assegnati a norma delle
leggi sulla riforma agraria del 1950, sia quelli poi riscattati ai
sensi della l. 379/1967, sia quelli affrancati ai sensi della l.
386/1976, restano soggetti al vincolo di indivisibilita' previsto
dalla l. 1078/1940. Non sussiste pertanto la denunciata violazione
del principio di uguaglianza. Per questi motivi la Corte
Costituzionale dichiara non fondata, nei sensi di cui in motivazione,
la questione di legittimita' costituzionale dell' art. 10 comma 2 l.
386/1976, sollevata, in riferimento all' art. 3 Cost., dal Tribunale
di Roma. L' A. approfondisce la questione dei vincoli a cui sono
sottoposte le terre della riforma, alla luce della giurisprudenza
della Corte Costituzionale, della giurisprudenza di merito e della l.
191/1992.
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| art. 3 Cost.
art. 1 l. 3 giugno 1940, n. 1078
l. 29 maggio 1967, n. 379
art. 10 l. 30 aprile 1976, n. 386
l. 19 febbraio 1992, n. 191
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