| 200741 | |
| IDG931500388 | |
| 93.15.00388 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Piccinini Iolanda
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| Dequalificazione e consenso del lavoratore
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| Nota a Cass. sez. lav. 7 dicembre 1991, n. 13187
Cass. sez. lav. 24 ottobre 1991, n. 11297
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| Giur. it., an. 144 (1992), fasc. 8-9, pt. 1A, pag. 1493-1494
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D7449
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| Le sentenze in epigrafe consentono all' A. alcune riflessioni sulla
portata e sui limiti dell' art. 2103 c.c., con particolare
riferimento all' ultimo comma. Appare corretta la soluzione
giurisprudenziale che riconosce la legittimita' dello spostamento del
lavoratore ad una posizione lavorativa non equivalente e
professionalmente inferiore, al fine di salvaguardare un bene
primario del dipendente, come, ad esempio, evitargli il
licenziamento. Altrettanto corretta appare la soluzione secondo la
quale non trova applicazione l' ultimo comma dell' art. 2103 cit.
quando il mutamento di mansioni sia stato attuato con il consenso del
lavoratore, avendo il giudice accertato che la scelta di costui sia
stata operata per far prevalere un proprio interesse preminente.
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| art. 2103 c.c.
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