| 201318 | |
| IDG930600965 | |
| 93.06.00965 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Del Conte Maurizio
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| Sospensione della prestazione e mora del creditore
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| Nota a Cass. sez. lav. 3 ottobre 1991, n. 10298
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| Riv. it. dir. lav., an. 11 (1992), fasc. 4, pt. 2, pag. 928-934
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D746; D7440; D7124; D305302
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| Secondo la sentenza in esame, le crisi di mercato, quali il calo
delle commesse o le crisi economiche, non integrano impossibilita'
sopravvenuta che giustifichi il rifiuto del datore di accettare la
prestazione lavorativa. La sentenza, discostandosi dall' orientamento
giurisprudenziale prevalente che giustifica la tutela del debitore
della prestazione divenuta impossibile per fatto del creditore con
richiamo all' art. 1463 c.c., ha individuato la soluzione con
esclusivo riferimento all' art. 1207 c.c. Con la seconda massima, la
Cassazione afferma che le organizzazioni sindacali non hanno, di
norma, poteri di rappresentanza legale degli iscritti, ne' poteri di
disposizione dei diritti soggettivi quesiti. Dichiara pertanto nulla
la clausola collettiva di esonero dall' obbligo retributivo in caso
di sospensione del lavoro disposta unilateralmente dal datore.
Approfondimento delle questioni da parte dell' A., attraverso ampi
riferimenti giurisprudenziali e dottrinali.
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| art. 1207 c.c.
art. 1463 c.c.
art. 2077 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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