| 201687 | |
| IDG931501429 | |
| 93.15.01429 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Dalmasso Carlo Mario
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| Sulla risarcibilita' del diritto alla "dignita'" personale del
prestatore di lavoro e sua lesione nel caso di licenziamento
illegittimo
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| Nota a Pret. Parma 30 giugno 1992
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| Giur. merito, an. 25 (1993), fasc. 1, pt. 1, pag. 2-3
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D3070; D74700
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| Ritiene l' A. che in presenza di un licenziamento illegittimo,
attuato con motivazioni e modalita' calunniose si possa concedere al
lavoratore la richiesta di un risarcimento danni, solo o congiunto a
quello di cui all' art. 18 Statuto dei lavoratori. Poiche', tuttavia,
per norma civilistica, la risarcibilita' di un danno
extracontrattuale presuppone la sussistenza di un illecito penale, si
deve rinvenire nell' ordinamento positivo una norma che si sottragga
a tale limite. Ritiene l' A. che sia l' art. 41 Cost. ad offrire la
soluzione, giacche' la stessa delimita il potere di iniziativa
economica che non puo' svolgersi in contrasto con beni primari del
lavoratore, fra i quali la "dignita'" dello stesso. Poiche' il
licenziamento illegittimo lede, se attuato con modalita' calunniose,
la dignita' del lavoratore, il rimedio risarcitorio si puo' proporre
in uno a quello statutario, con la possibilita' che al risarcimento
possa farsi ricorso qualora qualsivoglia manifestazione del potere
datoriale, se illegittimo, quella "dignita'" finisca per ledere.
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| art. 18 l. 20 maggio 1970, n. 300
art. 2059 c.c.
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