| 201923 | |
| IDG930601570 | |
| 93.06.01570 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Prasca Ilaria
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| Lavoro gratuito, semigratuito e oneroso: i difficili percorsi del
lavoro familiare e caritatevole
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| Nota a Cass. sez. lav. 30 ottobre 1991, n. 11559
Cass. sez. lav. 22 agosto 1991, n. 9025
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| Riv. giur. lav. prev. soc., an. 43 (1992), fasc. 2, pt. 2, pag.
474-478
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D30128
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| La consorte del titolare di un' impresa aveva chiesto la liquidazione
degli utili dell' impresa e degli incrementi a lei spettanti sulla
base di una ritenuta collaborazione consistente nella prestazione di
un' attivita' di segreteria e soprattutto nella prestazione di lavoro
domestico all' interno della famiglia. Il Pretore, ravvisando l'
esistenza dell' impresa familiare, assegna alla consorte, separata
giudizialmente, una somma pari al 50% degli utili, incremento ed
avviamento commerciale. Il Tribunale, confermando la sentenza del
Pretore circa l' applicabilita' dell' art. 230 bis c.c., riduce
tuttavia la somma liquidata. La Cassazione, pur non negando a priori
che il lavoro prestato all' interno della famiglia possa dar luogo ad
un' impresa familiare, afferma che esso "deve costituire un apporto
tale da poter rendere riscontrabile in esso un rapporto di lavoro per
l' impresa, che deve avvantaggiare il coniuge imprenditore e l'
intero nucleo familiare, senza limitarsi ad una generica
collaborazione domestica". Esame della questione e dell' altra
sentenza in epigrafe, con la quale la Suprema Corte ha cassato la
sentenza del Tribunale che, nella fattispecie concreta, aveva
ritenuto esistente un rapporto di lavoro gratuito fondato su una
"causa affectionis vel benevolentiae".
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| art. 230 bis c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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