| 202054 | |
| IDG930901701 | |
| 93.09.01701 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Richiello Giampiero
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| Sulla difesa d' ufficio affidata ad uditori giudiziari militari
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| Osservazione a Cass. sez. I pen. 20 dicembre 1990
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| Cass. pen., an. 32 (1992), fasc. 8-9, pag. 2096-2097
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D6615
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| L' art. 130 ultimo comma c.p.p. 1930 stabiliva che la difesa di cui
l' imputato fosse rimasto privo per abbandono e per impossibilita' di
nomina di altro avvocato o procuratore poteva, nel dibattimento
davanti al Pretore, essere affidata a un vice Pretore o ad un uditore
giudiziario. Tale disposizione, espressamente limitata al
dibattimento davanti al Pretore, era insuscettibile di avere
ingresso, in base al principio di complementarita' di cui all' art.
261 c.p.mil.p., nel rito penale militare. Questa la situazione,
rispecchiata anche nella sentenza in epigrafe. Il codice di procedura
penale attuale prevede, all' art. 97 comma 4, la necessita' di nomina
di un sostituto, per il principio dell' immutabilita' del difensore
d' ufficio, e, in base al ricordato principio di complementarita',
risulta applicabile anche al rito penale militare.
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| art. 130 c.p.p. 1930
art. 261 c.p.mil.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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