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| IDG930602176 | |
| 93.06.02176 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Serino Roberto
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| Osservazione a Cass. 21 febbraio 1992, n. 2122
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| Riv. not., an. 46 (1992), fasc. 4, pt. 2, pag. 919-921
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D3028; D30285
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| La Cassazione, confermando la sentenza di secondo grado resa dai
giudici di merito, afferma che la condizione risolutiva di non
contrarre matrimonio apposta ad un lascito testamentario e' lecita
allorche' con essa non si sia inteso influire sulla liberta' di
autodeterminazione dell' onorata, ma provvedere in modo piu' adeguato
alle sue esigenze di vita durante e finche' persista il periodo di
celibato. Mentre la giurisprudenza e la dottrina tradizionale tendono
a considerare lecita ogni limitazione che il disponente apponga alla
liberta' matrimoniale del beneficiato, purche' non si traduca in un
divieto assoluto di matrimonio, l' orientamento piu' recente della
dottrina considera illecita qualunque limitazione che il disponente
ponga alla liberta' matrimoniale del beneficiato, in quanto incidente
su scelte di carattere personalissimo, in contrasto con i principi
costituzionali. L' A. prende specificamente in esame alcune ipotesi:
condizione di contrarre matrimonio; condizione di non contrarre
matrimonio; condizione di contrarre matrimonio con una persona
determinata; condizione di non contrarre matrimonio con una persona
determinata; condizione di contrarre matrimonio con persona di una
certa classe sociale od avente certi requisiti.
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| art. 633 c.c.
art. 634 c.c.
art. 636 c.c.
art. 638 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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