| 203531 | |
| IDG930903178 | |
| 93.09.03178 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Venturati Piero
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| Ricognizione di persona e poteri coercitivi del giudice
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| Nota a Trib. Piacenza 13 dicembre 1991
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| Cass. pen., an. 33 (1993), fasc. 2, pag. 453-455
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D6147
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| La sentenza in epigrafe propone un' ipotesi di ricognizione coattiva,
imposta cioe' dal giudice in mancanza di adesione spontanea del
soggetto passivo (nella fattispecie, all' imputato sono state tolte
con la forza le mani che teneva sul viso per sottrarsi alla
ricognizione). L' A. ritiene meritevoli di consenso gli argomenti
richiamati dalla sentenza a sostegno della legittimita' della
coercizione, ribadendo tuttavia che, piu' in generale, di fronte alle
varie iniziative con le quali il soggetto puo' tentare di inficiare
la regolarita' e l' attendibilita' di una ricognizione, il problema
della legittimita' della risposta coercitiva sembra perdere di
rilievo: compito del giudice e' solo quello di valutare, secondo la
propria esperienza, la prova acquisita, il risultato probatorio in
concreto raggiunto, prendendo eventualmente atto che l' esperimento
e' fallito.
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| art. 213 c.p.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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