| 203533 | |
| IDG930903180 | |
| 93.09.03180 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Angelini Marco
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| Sull' elemento soggettivo nel reato abituale
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| Cass. pen., an. 33 (1993), fasc. 2, pag. 462-469
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D50231
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| (Sommario: - Reato abituale quale reato di durata. Necessita' di un
elemento unificatore: l' elemento soggettivo. - Dolo specifico quale
scopo unitario a cui tendono le singole azioni. Critica. Assenza di
un fine ulteriore. E' sufficiente il dolo generico. - La reiterazione
quale presupposto del comportamento abituale. Colpa d' autore e
asserita irrilevanza della ripetizione dei fatti per la punibilita'
del reo. Critica. Inaccettabilita' nel nostro ordinamento. La
molteplicita' dei fatti quale requisito indefettibile per la
punizione. - La previa rappresentazione dell' intero "iter criminis".
La posizione del Leone del Manzini e del Pisapia. Critica. L'
incompatibilita' del programma criminoso con le fattispecie abituali
colpose. - L' asserito elemento psicologico a formazione progressiva.
La concezione del Petrone ("dolus in itinere"). La concezione del
Coppi (rappresentazione dell' offesa al bene tutelato). Critica. -
Insufficienza della concezione del dolo quale rappresentazione e
volonta' dell' evento per la ricostruzione del reato de quo.
Necessita' di trovare soluzioni nell' ambito emozionale
("Gesinnung"). Dolo quale atteggiamento di interiore adesione al
fatto. - Conclusioni)
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| art. 572 c.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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