| L' accelereazione del processo di integrazione comunitaria, che trova
i suoi punti di snodo nell' Atto Unico Europeo del 1986 e nel
Trattato dell' Unione Europea del 1992, richiede una valutazione
delle modificazioni intervenute nel ruolo dell' amministrazione
comunitaria. La Commissione, infatti, nasce come "non-executant
administration", dotata essenzialmente di compiti di impulso e
controllo. Ma, in seguito, essa ha ricevuto dal Consiglio dei
ministri diversi compiti di natura gestoria. Ne e' conseguita una
progressiva accentuazione della natura esecutiva della Commissione,
chiamata ad amministrare le varie politiche comunitarie, in
collaborazione con i comitati misti istituiti dal Consiglio. Cosi',
si sono sviluppate forme di coamministrazione. Su questa evoluzione
graduale, si innestano, poi, le innovazioni apportate dai nuovi
Trattati. Gia' l' Atto Unico prevedeva un potenziamento delle
funzioni esecutive della Commissione. Ora, il Trattato dell' Unione
ha rafforzato i legami intercorrenti con il Parlamento, sicche' la
Commissione gode, ora, di un' investitura parlamentare, che si
affianca alla nomina da parte dei Governi. Dunque, da amministrazione
con compiti limitati, ma autonomi, essa e' divenuta un'
amministrazione -in buona parte- di gestione. Inoltre, sono aumentati
i collegamenti con altri centri di potere: da un lato, con le
istituzioni comunitarie; dall' altro, con le amministrazioni degli
Stati membri.
| |