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| IDG930603658 | |
| 93.06.03658 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Romano Giovanni
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| Ancora su "pactum de non petendo" e insolvenza
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| Nota a Cass. 11 aprile 1992, n. 4463
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| Giust. civ., an. 43 (1993), fasc. 4, pt. 1, pag. 1035-1040
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D31310
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| La sentenza annotata, con motivazione che l' A. giudica ineccepibile,
afferma l' irrilevanza, ai fini della sussistenza dell' insolvenza,
della prova del pactum de non petendo. La Corte d' Appello era giunta
alla stessa conclusione, sulla base pero' di differenti ordini di
ragioni. L' A. si sofferma in particolare sul motivo, addotto dai
giudici di merito, secondo cui una convenzione di tal sorta non
sarebbe stata valida, concretando un concordato privatistico
inammissibile, perche' in contrasto con i fini pubblicistici alla
base di tutta la materia fallimentare. L' A. non condivide tale
assunto, relativo all' invalidita' in astratto del pactum de non
petendo, e rileva come al contrario la Cassazione, pur non
affrontando ex professo l' argomento, ammetta implicitamente, in un
passo della motivazione, la validita' in astratto dell' accordo de
quo, anche nel caso in cui non tutti i creditori vi abbiano aderito.
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| art. 5 l. fall.
art. 1236 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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