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| IDG930603715 | |
| 93.06.03715 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Cotto Giuseppe
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| Sul divieto di cui all' art. 48 T.U. Successioni
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| Vita not., an. 45 (1993), fasc. 1, pt. 2, pag. 488-493
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D2311
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| L' art. 48 d.p.r. 637/1972 sulle successioni reca il divieto per i
pubblici ufficiali di "compiere atti relativi a trasferimenti per
causa di morte se non e' stata fornita la prova della presentazione,
anche dopo il termine di cinque anni di cui all' art. 27, quarto
comma, della dichiarazione della successione o dell' intervenuto
accertamento d' ufficio, e non e' stato dichiarato per iscritto dall'
interessato che non vi era obbligo di presentare la dichiarazione".
La maggioranza dei notai, afferma l' A., con interpretazione "di
comodo", intende la norma quale divieto di stipulare atti di
trasferimento di beni ereditari inter vivos tra gli eredi e i terzi.
L' A. ritiene non esatta quest' interpretazione, sostenendo invece
che l' oggetto del divieto per il pubblico ufficiale riguarda gli
atti relativi al trasferimento mortis causa, dal de cuius all' erede,
e non anche quelli dall' erede al terzo.
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| art. 48 d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 637
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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