| L' A. illustra la recente e innovativa disciplina introdotta dal
"Courts and Legal Services Act" (1990) in materia di organizzazione
della professione forense e di ridefinizione delle giurisdizioni
delle Corti inglesi. I limiti ed i caratteri del potere normativo
degli Ordini professionali dei "barristers" e dei "solicitors"
-frutto di una tradizione risalente nel tempo- unitamente ai
contenuti, non certo secondari, della normativa derivante da tale
potere, sono analizzati nel contesto della politica neo-liberista che
ha caratterizzato il panorama politico britannico dell' ultimo
decennio. Tale disciplina, che si colloca in evidente frattura con la
tradizione, e' definita solo nei suoi aspetti generali e di principio
poiche' si tratta di una delega normativa conferita al Lord
Cancelliere. La rottura della classica conformazione dell' assetto
delle professioni forensi in Inghilterra in nome di un liberismo
nuovo ed aggressivo, disposto anche a vistose fratture con la
tradizione, il proposito di innescare una forte logica concorrenziale
nella offerta dei servizi legali, l' obiettivo di giustificare tali
novita' in una prospettiva efficientista di miglioramento dello
standard di prestazioni fornite all' utenza giudiziaria, sono
indubbiamente tutti elementi in maggiore o minore misura
potenzialmente dirompenti rispetto agli assetti consolidati del
passato. Solo il trascorrere del tempo, viene in conclusione da
osservare, potra' dire se la riforma dei "legal services" costituira'
un tornante incisivo nei confronti della tradizione o, invece, vedra'
fortemente mitigata e ridimensionata la sua carica di discontinuita'
nella complessa fase di attuazione che deve ancora realizzarsi; e
solo il tempo potra' dire se tale disciplina sara' in grado di
mantenere le promesse di elevamento delle prestazioni a favore dei
consumatori/utenti dei "legal services" nel Regno Unito.
| |