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Documento


205230
IDG931504877
93.15.04877 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Di Chiara Giuseppe
In tema di gravi indizi di colpevolezza: chiamata "de relato" e contrasti giurisprudenziali
Osservazione a Cass. sez. I pen. 27 febbraio 1993 Cass. sez. VI pen. 18 gennaio 1993
Foro it., an. 118 (1993), fasc. 6, pt. 2, pag. 337-341
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D6148; D6113
Le due decisioni in epigrafe, pronunciate da sezioni diverse della Corte a seguito dei nuovi criteri di ripartizione degli affari tra le sezioni, affrontano vicende sostanzialmente omogenee. Le conclusioni, per taluni aspetti, diametralmente opposte, rivelano due distinte modalita' di approccio ermeneutico, due "filosofie" talora antitetiche in ordine alla rilevanza del fenomeno delle "collaborazioni" sul piano del sistema delle cautele personali. Con particolare riferimento alla chiamata di correo "de relato" ed alla sua utilizzabilita' in quanto rientrante nell' alveo dei "gravi indizi di colpevolezza", le due decisioni mostrano le piu' evidenti divergenze. Secondo la prima sezione, ispirata a canoni interpretativi assai garantistici, la chiamata "di secondo grado", ove non venga disposta l' audizione del soggetto di riferimento, ossia del dichiarante "di prima mano" perderebbe in ogni caso, e pertanto anche in sede cautelare, ogni potenzialita' dimostrativa, degradando a mera "notitia criminis". L' altra pronuncia ritiene, invece, che la chiamata "de relato" sia utilizzabile ai fini dell' emissione di un titolo cautelare anche prima dell' audizione della fonte "di primo grado", purche' il giudice abbia proceduto ad un rigoroso vaglio almeno intrinseco sull' attendibilita' della propalazione accusatoria. In appendice vengono pubblicati il decreto e le note di servizio con cui il primo presidente della Corte di Cassazione ha disciplinato, per il biennio 1992-1993, i nuovi criteri di ripartizione degli affari penali tra le sezioni della Corte.
art. 192 c.p.p. art. 273 c.p.p.



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