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| IDG931504893 | |
| 93.15.04893 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| De Santis Francesco
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| Valutazione delle prove, "controllo" del sapere giudiziale e
motivazione "implicita"
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| Osservazione a Cass. sez. I civ. 18 ottobre 1991, n. 11041
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| Foro it., an. 118 (1993), fasc. 7-8, pt. 1, pag. 2340-2344
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D41512; D415; D416; D42215
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| La prima massima riconosce efficacia probatoria, ai sensi dell' art.
2710 c.c., tra imprenditori, ai libri e alle scritture contabili. Non
e' esclusa, pero', la sottoposizione a valutazione critica delle
stesse scritture da parte del giudice che puo' eventualmente
disattenderle. La seconda massima si inserisce nell' indirizzo in
base al quale il giudice del merito, prima di emanare la decisione,
deve dare conto di aver percorso tutto l' arco delle risultanze
probatorie offerte in corso di causa ed aventi carattere di
"decisivita'". L' eventuale omissione costituisce vizio della
motivazione sindacabile in sede di legittimita' ex art. 360 n. 5
c.p.c. L' A. procede ad una rassegna di giurisprudenza di
legittimita' in punto di esame delle risultanze istruttorie e di
completezza della motivazione posta a base della decisione (con
riferimento alla disamina di tutte le allegazioni probatorie) e
propone alcune osservazioni specifiche sulla base della dottrina che
piu' direttamente si e' occupata dell' argomento.
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| art. 116 c.p.c.
art. 360 n. 5 c.p.c.
rt. 2710 c.c.
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