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205531
IDG930605178
93.06.05178 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Ballestrero Maria Vittoria
Dal divieto del lavoro notturno femminile all' autodeterminazione delle donne
Riv. giur. lav. prev. soc., an. 43 (1992), fasc. 4, pt. 1, pag. 695-700
D74414; D7774; D87120
La sentenza della Corte di Giustizia delle Comunita' Europee 25 luglio 1991 (causa 345/89) ha censurato la normativa italiana e francese che pongono un divieto al lavoro notturno delle donne. L' A. espone una valutazione articolata della sentenza, nel piu' ampio quadro dello stato attuale del diritto comunitario in materia di parita' tra uomini e donne. Secondo l' A., il significato della sentenza va ricercato nella condanna del vecchio modo di proteggere il lavoro femminile, caratteristico di un determinato periodo storico. La Corte, infatti, ha giudicato negativamente quelle misure che, in nome della protezione escludono le donne da qualche tipo di lavoro o da qualche settore di attivita'. Il diritto comunitario, invece, segue la via dell' autodeterminazione delle donne, conferendo loro dei diritti e lasciandole libere di esercitarli. Cosi' facendo si pensa a donne gia' eguali in diritto e piu' uguali nei fatti, ignorando, pero', precisa l' A., che le realta' europee mostrano che le donne sono uguali in diritto ma molto lontane dall' uguaglianza nei fatti.
art. 5 l. 9 dicembre 1977, n. 903 Dir. CEE 76/207 Dir. CEE 92/85 CGCE 25 luglio 1991 (causa 345/89)
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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