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| IDG931007122 | |
| 93.10.07122 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Marcheselli Alberto
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| Infedelta' della dichiarazione iva: un orientamento restrittivo della
giurisprudenza sul concetto di pericolo per l' erario
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| Nota a Cass. 3 novembre 1992, n. 11886
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| Dir. prat. trib., an. 64 (1993), fasc. 5, pt. 2, pag. 951-960
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D21900; D2315; D2151
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| Con la sentenza annotata la Corte di Cassazione afferma che, ai fini
della configurazione della violazione punita dall' art. 43 comma 2
d.p.r. 633/1972, e' necessario che l' infedele dichiarazione del
contribuente ai fini IVA abbia prodotto, se non un danno, una
situazione di concreto pericolo per l' erario; il danno o il concreto
pericolo non possono considerarsi realizzati ove il contribuente
abbia esposto nella dichiarazione una eccedenza detraibile superiore
a quella spettante, e cio' non abbia determinato ne' la liquidazione
di una imposta inferiore a quella dovuta, ne' la richiesta di un
rimborso. L' A. muove diverse obiezioni critiche alle argomentazioni
sviluppate dalla Suprema Corte, in particolare per quanto riguarda l'
analisi dell' elemento oggettivo della violazione.
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| art. 43 comma 2 d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633
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| Ist. dir. tributario - Univ. GE
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