| 207975 | |
| IDG941500306 | |
| 94.15.00306 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Quadri E.
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Osservazione a Cass. sez. un. civ. 13 maggio 1993, n. 5429
| |
| Foro it., an. 118 (1993), fasc. 12, pt. 1, pag. 3280-3281
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D30126; D70332
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| La sentenza affronta la controversa questione relativa alla pretesa
del divorziato alla pensione di reversibilita', con particolare
riferimento all' ipotesi di assenza di un coniuge superstite. La
questione si prospetta sotto il duplice aspetto della necessita' o
meno di un provvedimento giudiziale ai fini dell' attribuzione della
pensione al divorziato, e della individuazione dell' autorita'
giurisdizionale competente a giudicare le eventuali controversie
insorgenti. Secondo le sezioni unite la giurisdizione e' quella della
Corte dei Conti, per le pensioni a carico dello Stato. Per quanto
riguarda la spettanza, devesi considerare l' art. 9 l. 898/1970 (come
novellato dall' art. 13 l. 74/1987) immediatamente applicabile, quale
"ius superveniens" ai rapporti ancora in corso, anche se la morte
dell' ex coniuge sia anteriore all' entrata in vigore della nuova
disciplina. L' A. approfondisce il tema, richiamando la
giurisprudenza, inizialmente prevalente, poi risultata soccombente, e
la dottrina in materia.
| |
| art. 9 l. 1 dicembre 1970, n. 898
art. 2 l. 1 agosto 1978, n. 436
art. 13 l. 6 marzo 1987, n. 74
| |
| | |