| I principi politici e giuridici sono valori. Come tali, sono fatti di
cultura, storicamente condizionati. Presuppongono pero' il valore
incondizionato del comprendersi fra gli uomini, cioe' del principio
morale, da cui essi dipendono, e di cui costituiscono imperfetta e
contraddittoria realizzazione, come ogni realizzazione di valori.
Imperfetta e contraddittoria e' anche la loro realizzazione nell'
organizzazione sociale cui presiedono. D' altra parte, nessuna forma
di vita sociale sarebbe possibile se non con una qualche
realizzazione di principi. Inoltre i principi si realizzano nell'
organizzazione sociale con il soddisfacimento di esigenze elementari
di certezza e di eguaglianza formale, attraverso norme generali e
astratte, precostituite ai rapporti sociali e stabilite in fonti
normali. Non perche' le esigenze di certezza ed eguaglianza formale
costituiscano valori superiori, ma perche' i valori superiori all'
occorrenza devono anche cedere ad esigenze primarie, ove sia
necessario per la vita dei singoli o per la funzionalita' dell'
organizzazione sociale. La dottrina valutativa dei principi, cosi',
comporta non l' abbandono ma solo un allargamento della prospettiva
giuspositivistica tradizionale che permette di risolvere una serie di
questioni altrimenti insolubili (a cominciare dalla questione
centrale per il giurista, quella della validita').
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