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| IDG941501425 | |
| 94.15.01425 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Nazzicone L.
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| Osservazione a Cass. sez. I civ. 6 febbraio 1993, n. 1506
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| Foro it., an. 119 (1994), fasc. 1, pt. 1, pag. 165-170
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D312203; D31401
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| L' osservazione riguarda le seguenti questioni risolte dalla sentenza
in epigrafe: la conferma dell' orientamento secondo cui tra le
differenti discipline previste nell' art. 12 della legge cambiaria e
nell' art. 2384 c.c. deve prevalere quest' ultima, allorche' l'
amministratore abbia assunto un' obbligazione cambiaria nonostante le
limitazioni ai suoi poteri sancite nell' atto costitutivo e
debitamente pubblicate, con la conseguente piena validita' ed
efficacia dell' atto compiuto, salva la prova che il terzo abbia
intenzionalmente agito a danno della societa'; l' esclusione, in base
al sistema normativo, che sul terzo gravi l' onere di attivarsi, in
quanto e' proprio al regime ordinario degli effetti della pubblicita'
degli atti societari che la Direttiva CEE n. 68/151 ha inteso
derogare; la lettere e la ratio dell' art. 2384 bis c.c. non lasciano
dubbi sulla distribuzione dell' onere della prova in capo alla
societa' in ordine sia alla estraneita' dell' atto all' oggetto
sociale, sia alla mala fede del terzo, secondo i principi di cui all'
art. 2967 c.c.
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| art. 12 comma 2 r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669
art. 2384 c.c.
art. 2384 bis c.c.
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