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| IDG940701901 | |
| 94.07.01901 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Gatta Carlo
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| Condizione soggettiva per il diritto alla integrazione salariale
agricola e ripetizione dell' indebito
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| Nota a Trib. Perugia 8 luglio 1991, n. 698
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| Dir. Giur. Agr., an. 2 (1993), fasc. 6, pt. 2, pag. 377-378
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D91276; D704; D305012
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| Del tutto esatto, sostiene l' A., il principio affermato nella prima
massima, secondo il quale "perche' il lavoratore agricolo possa avere
diritto alla integrazione salariale e' necessario che abbia prestato
la propria attivita' lavorativa per almeno 181 giorni". La seconda
massima, che trova conferma nelle sentenze n. 1232/1992 e n.
1947/1992 della Cassazione, afferma che "la somma illegittimamente
percepita a titolo di integrazione salariale per carenza delle
condizioni richieste deve essere restituita secondo la disciplina
dettata dall' art. 2033 c.c., non potendo, in tal caso, trovare
applicazione analogica la norma di carattere eccezionale di cui all'
art. 52 l. 88/1989 che sancisce il divieto di ripetizione delle
prestazioni pensionistiche indebitamente erogate". La Corte
Costituzionale ha dichiarato, con l' ordinanza n. 198/1991,
manifestamente infondata la questione di legittimita' costituzionale
dell' art. 52 l. 88/1989.
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| art. 8 l. 8 agosto 1972, n. 457
art. 52 l. 9 marzo 1989, n. 88
art. 2033 c.c.
ord. C. Cost. 2 maggio 1991, n. 198
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| Ist. dir. agrario - Univ. FI
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