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20980
IDG811300570
81.13.00570 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
violante luciano
il tragico imbroglio della pena di morte
Unita', an. 58 (1981), fasc. 33 (8 febbraio), pag. 1
d5031; d542; d5101
l' a. ritiene che la richiesta di istituire la pena di morte segnali l' esistenza di una domanda di sicurezza e di giustizia che non deve essere sottovalutata. alla base di questa domanda non c' e' solo la volonta' di arginare il terrorismo, che del resto si va indebolendo, ci sono soprattutto altri fatti: l' instabilita' delle condizioni della convivenza civile, le incertezze dell' azione di governo sui temi della sicurezza collettiva, le impunita' spesso concesse a corrotti e a terroristi, la sensazione di una classe politica incurante della sicurezza dei cittadini. in ogni caso la pena di morte non risolverebbe questi problemi ma ne creerebbe di nuovi: aprirebbe un divario profondo tra stato e societa' civile, produrrebbe un atteggiamento di solidarieta' nei confronti del condannato, porterebbe lo stato al livello dei terroristi. inoltre e' dimostrato che la pena di morte non serve a ridurre la criminalita'; quello che scoraggia dal commettere un reato non e' una pena terribile, ma una pena certa e giusta inflitta in tempi brevi. bisogna percio' impegnarsi per il funzionamento delle istituzioni secondo criteri di democrazia e di legalita'.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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