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| IDG940902583 | |
| 94.09.02583 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Bellotto Marco
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| La riscoperta dell' art. 513 c.p.
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| Nota a Pret. Bologna 28 novembre 1992, n. 1753
Pret. Bologna 16 dicembre 1992, n. 1897
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| Riv. Trim. Dir. Pen. Ec., an. 6 (1993), fasc. 4, pag. 1077-1092
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D51610; D311301
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| Le due sentenze in rassegna fanno riferimento alla fattispecie
incriminatrice di cui all' art. 513 c.p. L' A. evidenzia la totale
assenza di giurisprudenza su questo articolo, fino al 1989, e il
disinteresse scientifico su di esso, ricercando le cause della
sostanziale disapplicazione del delitto in questione. Vengono,
quindi, analizzati i principali problemi affrontati dalle due
sentenze, attraverso la trattazione dei seguenti punti: l' interesse
protetto; la nozione di mezzi fraudolenti e il problema del dolo
specifico; il concorso di norme. A conclusione dell' analisi, l' A.
afferma che i conclamati limiti tecnici della fattispecie di cui all'
art. 513 c.p. sono piu' apparenti che reali. De iure condendo
potrebbero rivelarsi opportuni, oltre alla eliminazione della
procedibilita' a querela, un inasprimento delle pene edittali e la
previsione della pena accessoria della pubblicazione della sentenza.
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| art. 1 l. 29 luglio 1981, n. 406
art. 513 c.p.
art. 2598 c.c.
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