| 211484 | |
| IDG940603815 | |
| 94.06.03815 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Conte Giulia
| |
| Sul consenso del lavoratore alla dequalificazione delle mansioni in
funzione dei propri interessi
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Nota a Cass. sez. lav. 20 maggio 1993, n. 5693
| |
| Riv. it. dir. lav., an. 13 (1994), fasc. 1, pt. 2, pag. 161-164
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D7446; D7449
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Nell' interpretazione data dalla sentenza in epigrafe all' art. 2103
c.c., tale norma escluderebbe soltanto quei patti che, al fine di
soddisfare un interesse dell' imprenditore, disciplinano l' esercizio
dello "ius variandi" difformemente dalla disciplina legale.
Sarebbero, invece, legittimi quegli accordi che regolano direttamente
la modificazione delle mansioni e consentono, cosi', di realizzare un
"interesse del lavoratore che ravvisa nel mutamento di mansioni l'
unico mezzo per poter proseguire il rapporto". L' A. approfondisce l'
esame della questione, alla luce di dottrina e giurisprudenza,
partendo dalla affermazione che questo orientamento e' tutt' altro
che pacifico. Al contrario esso e' contraddetto da una parte
consistente della giurisprudenza, sia di merito che di legittimita',
la quale individua nell' art. 2103 un divieto assoluto di modifica
"in peius", a prescindere dal consenso del lavoratore.
| |
| art. 13 l. 20 maggio 1970, n. 300
art. 2103 c.c.
| |
| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
| |