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| IDG940803937 | |
| 94.08.03937 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Fiorio Carlo
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| Affidamento in prova al servizio sociale tra "interpretazione
autentica" e "diritto vivente"
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| Osservazione a C. Cost. 3 dicembre 1993, n. 429
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| Giur. cost., an. 38 (1993), fasc. 6, pag. 3541-3545
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D6440; D503
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| Nei quattro anni di vigenza del nuovo codice di procedura penale il
legislatore ha varato numerosi provvedimenti in tema di liberta'
personale, tendenti, da un lato, a punire pesantemente talune
fattispecie di illecito e, dall' altro lato, a considerare le misure
custodiali quale unico strumento efficace per contrastare una
presunzione di pericolosita' sociale dedotta dal titolo del reato.
Cio' premesso, l' A. esamina la sentenza in rassegna, che ha
giudicato non fondata la questione di legittimita' costituzionale
dell' art. 47 comma 1 l. 354/1975. Il problema affrontato concerne la
portata semantica dell' espressione "pena detentiva inflitta", ai
fini dell' affidamento in prova del condannato al servizio sociale.
L' A. si sofferma in particolare sulle argomentazioni svolte dal
giudice a quo, sottolineando poi come la discutibile pronuncia
costituzionale lasci irrisolte numerose questioni.
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| art. 47 comma 1 l. 26 luglio 1975, n. 354
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