| La Rivista pubblica alcuni articoli che fanno parte della raccolta
che compone il "Criminology Handbook", in preparazione presso la casa
editrice "Oxford University Press". L' A. propone alcune osservazioni
riguardo a questi articoli. Rileva l' importanza del lavoro di Paul
Rock, trattandosi di uno dei rari studi condotti attraverso un
approccio innovativo, che riflette la tendenza della ricerca presente
in altri campi accademici. Egli descrive una comunita' scientifica
come un gruppo occupazione che costituisce il proprio sapere
attraverso interazioni con l' esterno e al proprio interno, con le
idee passate e presenti e anche attraverso i rapporti con istituti e
gruppi che finanziano la ricerca criminologica, influenzandone e
controllandone, cosi', la quantita' e la qualita', come pure le
scelte di quello che si ritiene rilevante o meno per la disciplina.
Per quanto riguarda l' articolo di Downes e Morgan, l' A. rileva come
dalla lettura di esso emerga la questione del perche' la produzione
criminologica britannica, cosi' abbondante, abbia trasmesso al mondo
politico, e forse alla societa' intera, cosi' pochi e poveri
concetti. Probabilmente non c' e' sufficiente comunicazione tra il
linguaggio complesso della criminologia e quello eccessivamente
semplice dei politici, che non sanno tradurre quel linguaggio in
politiche e programmi elettorali.
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