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213754
IDG940906085
94.09.06085 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Cattaneo Mario A.
Paracelso e la pena di morte
Indice pen., an. 28 (1994), fasc. 2, pag. 411-416
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D5031; F4251
Theophrast Bompast von Hohnheim, dello Paracelsus, o all' italiana Paracelso, e' stato una figura rinascimentale dalla grande versatilita': medico, alchimista, dedito a pratiche magiche, filosofo, teologo. Ma Paracelso fu anche giurista e pensatore politico e sociale. Tra le sue prese di posizione in questo ambito sono da ricordare la difesa della tolleranza religiosa, la negazione della legittimita' della guerra, soprattutto della guerra di religione, l' affermazione del comune dovere di lavorare, dell' uguale diritto al lavoro, dell' uguaglianza di tutti gli uomini, siano ricchi o poveri. L' A. intende ricordare Paracelso nel quinto centenario della nascita (1493 o 1494), come giurista e sottolineare in particolare il suo contributo di natura giuridico-penale, sia pure compiuto nell' ambito di studi religiosi. Ad una sua molto decisa presa di posizione, cioe', contro la pena di morte, contenuta in una analisi-commento dei Dieci Comandamenti. Trattandosi di un brano pressoche' sconosciuto, l' A. ne riporta la traduzione letterale del testo scritto in tedesco antico piuttosto difficile. A conclusione del commento del testo, l' A. rileva come dalle parole di Paracelso emerga il monito a non pretendere di giustificare puramente e semplicemente, come frutto di un ovvio potere o diritto dello Stato, la pena di morte.
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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