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| IDG940406472 | |
| 94.04.06472 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Editoriale
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| Il punto
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| Crit. dir., (1994), fasc. 1, pag. 7-13
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D683
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| Si sostiene che la Magistratura si e' appropriata del compito di
definire il disegno politico-criminale. Quello che si e' andato
affermando non e' tanto il piegarsi delle regole ad una ragione
politica, quanto piuttosto la ridefinizione delle regole stesse da
parte di chi dovrebbe esclusivamente riceverle ed osservarle: i
magistrati. Viene quindi analizzato criticamente questo modello
proposto, con particolare riferimento alla legislazione dell'
emergenza di cui al d.l. 306/1992 e alle pronunce della Corte
Costituzionale n. 24/1992 e n. 255/1992. Sul piano sostanziale la
riscoperta dei c.d. reati di sospetto nella versione piu'
sofisticata, afferma l' A., dell' art. 12 quinquies comma 2 d.l.
306/1992, esaspera gli storici della categoria con la Costituzione.
Nella seconda parte, l' Editoriale affronta criticamente il tema
delle origini e degli effetti dei processi politici "di piazza",
collegati al finanziamento pubblico dei partiti, in un contesto dove
il codice sociale del delitto politico crea nuove procedure, nuovi
soggetti processuali e arricchisce la tipologia delle pene e degli
strumenti di esecuzione.
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| art. 12 quinquies comma 2 d.l. 8 giugno 1992, n. 306
C. Cost. 31 gennaio 1992, n. 24
C. Cost. 3 giugno 1992, n. 255
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| Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze
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