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| IDG950900706 | |
| 95.09.00706 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Gentile Francesco
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| Il giudice e il Parlamento
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| Nota a C. Cost. 30 luglio 1993, n. 364
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| Rass. giust. mil., an. 19 (1993), fasc. 5-6, pag. 320-324
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| D622; D63
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| La sentenza annotata ha escluso l' incostituzionalita' dell' art. 544
comma 2 c.p.p., come modificato dal d.l. 60/1991, convertito con la
l. 133/1991, non rilevandovi, in particolare, contrasto con gli artt.
3 e 24 Cost. La decisione della Corte appare fondata sulla non
ritenuta legittimita' di una interpretazione dell' art. 548 comma 2
c.p.p., quale formulata in recenti sentenze della Corte di
Cassazione, secondo cui resterebbe fermo l' obbligo di notificare o
comunicare alle parti avviso di deposito di sentenza dibattimentale
anche nel caso in cui questa risulti depositata oltre il quindicesimo
giorno ma entro il trentesimo giorno dalla sua pronuncia. Vengono
respinti, quindi, i dubbi di legittimita' in riferimento alla
ritenuta disparita' di trattamento fra imputato presente al
dibattimento e imputato contumace. Secondo l' A., l' intera
impostazione della questione, nonche' la suesposta interpretazione
che ne ha consentito la soluzione, sembra fondarsi su presupposti
logici e giuridici che, indiscutibili sotto il vigore del codice
abrogato, non appaiono ugualmente validi nel nuovo rito penale.
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| d.l. 1 marzo 1991, n. 60
l. 22 aprile 1991, n. 133
art. 544 comma 2 c.p.p.
art. 548 comma 2 c.p.p.
art. 585 c.p.p.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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