| l' a. affronta il tema del sistema penitenziario e, in particolare,
del sovraffollamento carcerario. lo sviluppo quantitativo della
criminalita', afferma l' a., ha travolto l' argine carcerario e, per
decongestionare le carceri, i governi ricorrono periodicamente a
"spericolate fantasie giuridiche". analizzato il rapporto funzione
della pena e carcere, l' a. sostiene che esso e' caratterizzato da
varie contraddizioni e ritiene che sia tutt' al piu' possibile
limitare gli effetti negativi del carcere, ma non evitarli, essendo
il carcere una situazione profondamente patologica. l' a., a questo
fine, suggerisce l' eliminazione dei grandi reclusori per sostituirli
con istituti di piccole dimensioni. in secondo luogo propone il
superamento delle arcaiche classificazioni dei detenuti per adottare
criteri conoscitivi concreti basati sulla effettiva pericolosita'
individuale, sulle sperimentate possibilita' di recupero, sulla
adeguabilita' ai vari benefici. in terzo luogo sostiene la necessita'
di una riduzione, se non dell' eliminazione, degli istituti di
massima sicurezza. l' a. illustra compiutamente queste proposte che
integra con l' esposizione di un sistema sanzionatorio differenziato.
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