| La valutazione delle prestazioni delle unita' erogatrici di servizi
generali aziendali e' stata tradizionalmente incentrata su due
pilastri logici: l' unita' organizzativa quale riferimento primo del
sistema di misurazione e di definizione obiettivi; il presidio e lo
sviluppo della specifica professionalita' quale missione assegnata
alla unita'. I meccanismi operativi fondati su tali due
caratteristiche di base, primo fra tutti il budget di spesa, hanno
pero' mostrato limiti crescenti, che la dottrina e la prassi
individuano nello scollamento tra obiettivi, programmi e risorse
allocate all' unita' e nel pericolo di autoreferenzialita' nella
gestione della stessa, ossia di definizione autonoma dei propri
livelli-obiettivi (di volumi di attivita' e di livello di qualita' e
servizio erogati) fondati sullo sviluppo della professionalita'
presidiata e non sulle esigenze del business. Per tali ragioni sempre
piu' spesso le imprese, in ordine alla necessita' di esprimere
giudizi di efficienza ed efficacia dell' operato di tali unita',
hanno fatto ricorso a misure di tipo comparato, tipicamente con i
concorrenti. Livelli-obiettivo di costo "raggiungibili" e ricerca
delle ragioni (organizzative, strategiche, informatiche) dei divari
riscontrati sono le finalita' normalmente assegnate a questi processi
di confronto, baricentrati sulle funzioni e sulle metodologie di
analisi competitiva dei costi. L' articolo, facendo perno della
trattazione la Funzione Amministrativa e avvalendosi dei risultati
empirici di un progetto di benchmarking condotto all' interno di un
panel di grandi imprese operanti in Italia, inizialmente segnala i
limiti delle metodologie di confronto funzionale (competitivo e non),
primo fra tutti la difficolta' di indirizzo delle scelte gestionali
che le misure di divario individuate presentano. Quindi, passando per
la falsificazione di alcuni miti gestionali (automazione,
outsourcing) che sovente vengono indicati quale risoluzione per i
problemi di prestazione della Funzione Amministrativa, gli AA.
derivano la conclusione che i pilastri logici su cui fondare un
sistema organico di valutazione delle prestazioni delle unita'
erogatrici di servizi generali vanno ripensati. Dalla considerazione
congiunta delle attivita'/processi quali unita' di base del sistema
di misurazione, e del principio di generazione di valore quale
discriminante nella scelta delle misure-obiettivo da porre a base del
momento valutativo, scaturisce un quadro interpretativo utile per l'
impostazione di una metodologia di valutazione comparata delle
prestazioni delle unita' in questione.
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