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| IDG950802498 | |
| 95.08.02498 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Cenci Daniele
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| Una novellazione "rispettosa" della precedente giurisprudenza
costituzionale
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| Osservazione a C. Cost. 16 giugno 1994, n. 240
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| Giur. cost., an. 39 (1994), fasc. 3, pag. 1990-1992
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D6146; D62150
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| La sentenza in commento dichiara infondata la questione di
legittimita' costituzionale dell' art. 500 comma 4 c.p.p. (come
modificato dall' art. 7 comma 4 d.l. 306/1992, convertito nella l.
356/1992), nella parte in cui subordina l' esistenza di altri
elementi di prova, capaci di confermarne l' attendibilita', l'
utilizzabilita' come prove delle dichiarazioni precedentemente rese
dal testimone nel corso delle indagini preliminari ed utilizzate nel
dibattimento per le contestazioni. Il giudice remittente riteneva che
la norma impugnata rappresentasse un passo indietro rispetto alla
precedente sentenza costituzionale n. 255/1992, reintroducendo il
medesimo contenuto della norma gia' dichiarata illegittima. Tale
ragionamento, per quanto condiviso da una parte della giurisprudenza,
appare alquanto forzato. L' A. ripercorre quindi l' iter
argomentativo sviluppato dalla Corte, la quale ha correttamente
richiamato la propria sentenza n. 255 cit. riguardo al principio del
libero convincimento del giudice.
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| art. 500 comma 4 c.p.p.
art. 7 comma 4 d.l. 8 giugno 1992, n. 306
l. 7 agosto 1992, n. 356
C. Cost. 3 giugno 1992, n. 255
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